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"Oh fiamma d'amore viva": le sorelle Inés María e Sonia del Monastero della Conversione ci raccontano la loro esperienza all'Osservatorio dell'Invisibile a El Escorial.

  • 26 ago
  • Tempo di lettura: 4 min

Aggiornamento: 11 set

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Un fuoco che divampa, una fiamma d’amore viva, «un’opportunità di donare agli altri ciò che è stato contemplato: Gesù». Dal 21 al 26 luglio si è svolta, presso il Real Colegio Alfonso XII e il Real Colegio Universitario María Cristina dell’Escorial (Spagna), la quinta edizione dell’ Osservatorio dell’Invisibile (OI).


Un corso estivo di arte e spiritualità, nel quale oltre 150 persone hanno potuto sperimentare come la bellezza apra vie nuove all’incontro con l’altro e all’incontro con Dio.


Il pittore Antonio López, il musicista Ignacio Yepes e il cantautore El Niño de Elche — insieme a monsignor Luis Argüello, presidente della Conferenza Episcopale Spagnola — hanno accompagnato “gli osservatori” e gli artisti responsabili dei dieci laboratori che hanno dato forma all’OI, in una settimana densa di momenti di preghiera e di creazione condivisa.


Le nostre sorelle agostiniane Inés María e Sofía, del Monastero della Conversione di Sotillo de la Adrada (Ávila), sono state testimoni privilegiate di questa quinta edizione dell’Osservatorio.


Abbiamo conversato con loro.


Suor Sofía, come avete vissuto questo OI?


Quest’anno per me ha avuto un peso diverso. Ho avuto l’opportunità di partecipare all’OI dello scorso anno, celebrato presso il Monastero della Santa Espina a Valladolid. Non l’ho vissuto tanto nella chiave della novità, come allora, quanto come un’occasione di ritrovo con molti di coloro che erano già stati “osservatori”. La nostra partecipazione all’Osservatorio consiste essenzialmente in questo: presenza. È stata una settimana di semplice presenza tra tutti i partecipanti, come testimoni della vita consacrata, ma anche come giovani. Direi che per noi l’Osservatorio è un grande spazio in cui riconoscere come Dio si renda visibile in tanti cuori inquieti che lo cercano attraverso la bellezza.


E lei, suor Inés María, in che modo l’OI vi ha interpellato? Che cosa vi ha risuonato di più e che cosa portate con voi al monastero?


(Sr. Inés María) Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la vicinanza dei partecipanti, la semplicità con cui si accostavano a noi, la curiosità verso la vita consacrata e la gioia con cui ci hanno accolte. Tutto questo accompagnato dalla Sua presenza, resa tangibile dall’Eucaristia ogni mattina, dalla preghiera polifonica del pomeriggio, dalla benedizione della mensa vissuta insieme e da tanti altri gesti semplici che rendevano Dio palpabile tra noi.


(Sr. Sofía) A livello personale, mi ha particolarmente interpellato l’incontro con Miguel Coronado, il maestro che ha guidato il nostro laboratorio di pittura: un uomo che è testimonianza viva della vita in Cristo. Oltre all’aspetto formativo — che non vedo l’ora di poter applicare nei nostri laboratori artigianali al Monastero della Conversione — mi ha profondamente risuonato il suo modo di vivere l’arte in sintonia con la fede, anche quando non si tratta di arte sacra.


«L’Invisibile» si è fatto strada tra tutti i partecipanti al laboratorio, e direi in tutti i laboratori, non come qualcosa da rappresentare, ma come una Presenza che ci ha toccato attraverso tutto ciò che abbiamo vissuto.


Perché ritenete importanti questi corsi estivi di arte e spiritualità?


(Sr. Inés María) Sono una grande opportunità per unificare due cammini che si completano a vicenda: la spiritualità e l’arte, la vita di fede nella comunità ecclesiale e il dono che Dio ci ha affidato per manifestare la bellezza. L’Osservatorio dell’Invisibile concentra in una sola settimana un tempo di apprendimento in cui affinare i cinque sensi, resi più sottili dalla spiritualità.


(Sr. Sofía) Ritengo l’Osservatorio dell’Invisibile rilevante perché offre uno spazio di silenzio, contemplazione e creazione. È una preziosa occasione per vivere, a partire dall’esperienza comunitaria, la ricerca di Dio.


Che cosa possiamo apprendere come Ordine da iniziative di questo tipo?


(Sr. Inés María) Possiamo apprendere la grandezza della Creazione. L’arte è un veicolo che ci conduce al trascendente, a uno sguardo contemplativo. La dimensione sensibile dell’arte diventa una via, un cammino verso il nucleo più profondo del nostro essere, che è Dio. È, direi, un’unità inseparabile.


(Sr. Sofía) Iniziative di questo tipo hanno molto a che vedere con l’Ordine perché portano l’impronta dell’inquietudine agostiniana. Sant’Agostino è stato un cuore inquieto, in costante ricerca della Verità e della Bellezza. Nelle Confessioni racconta come scoprì Dio attraverso l’interiorità, lo stupore e la contemplazione del creato. Queste iniziative sono una messa in pratica di quella stessa ricerca che Agostino visse.


Che cosa ha significato che un evento di questa portata si sia svolto al Collegio Alfonso XII e al RCU María Cristina, opere apostoliche agostiniane?


(Sr. Sofía) Il Monastero dell’Escorial possiede una bellezza unica che trasmette come l’uomo sia capace di grandi opere per la lode e la gloria di Dio. Per questo è il luogo ideale per accogliere un’iniziativa di arte e spiritualità come questa. È stato uno spazio molto accogliente in cui vivere questa settimana. Credo che tutti possiamo dire di esserci sentiti come a casa.


(Sr. Inés María) È stato un dono speciale poter camminare per i chiostri, contemplare i quadri che ornano i corridoi, essere parte di una struttura architettonica così bella. Poter ammirare tutta la grandezza racchiusa nel Collegio Alfonso XII è stato arricchente. Ha dato un valore aggiunto all’Osservatorio dell’Invisibile, oltre a intensificarne l’impronta spirituale. E l’accoglienza ricevuta al RCU María Cristina ci ha permesso di cogliere appieno il privilegio dell’ambiente dell’Escorial, dove la bellezza si dispiega a ogni passo.



Sull’Osservatorio dell’Invisibile


L’Osservatorio dell’Invisibile è un’iniziativa promossa dalla Fundación Vía del Arte, in cui artisti affermati convivono e rendono possibile, insieme agli allievi-artisti, un’esperienza di creazione, apprendimento, preghiera, incontro e dialogo.


Quest’anno la scuola ha svolto le proprie attività presso il Real Monastero dell’Escorial, grazie all’ospitalità della comunità agostiniana del Monastero e al lavoro di mediazione della Curia Generale. Il programma si è articolato attorno a dieci laboratori:


  • Niño de Elche | Fuoco in bocca

  • Ignacio Yepes | Al calore delle Cantigas

  • Javiera de la Fuente | Canto al divino

  • José Mateos | Scrivere poesia per diventare poesia

  • El Primo de Saint Tropez e Raúl Marcos | Le tre vie della mistica

  • Miguel Coronado | L’idea di bellezza come stimolo per la pittura

  • José Castiella | Pittura e re-incanto

  • Rosell Meseguer | Dalla fiamma al fotone

  • Matilde Olivera | Sottigliezze del volume

  • Alicia Ventura | Pratiche curatoriali nel XXI secolo


Oltre a esplorare e creare all’interno del laboratorio scelto, i partecipanti hanno avuto il privilegio di assistere a lezioni magistrali e a colloqui in un contesto di preghiera e creazione condivisa.


Inoltre, al termine di ogni giornata, studenti e maestri hanno dato vita a una serata d’arte, in cui ciascun laboratorio ha presentato i frutti del proprio lavoro, generando fecondi dialoghi tra le diverse discipline artistiche.


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