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Un Servizio di Amore: Discorso di Congedo del Priore Generale Uscente P. Alejandro Moral Antón

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Updated: 1 day ago

Sabato 6 settembre, durante il sesto giorno del 188º Capitolo Generale Ordinario dell’Ordine di Sant’Agostino, il Priore Generale Alejandro Moral Antón ha pronunciato il suo discorso di congedo ai frati capitolari, segnando la conclusione dei suoi 12 anni di servizio come Priore Generale. Ha iniziato esprimendo una profonda gratitudine per il loro sostegno ed ha esortato tutti a rimanere impegnati nel rinnovamento continuo dell’Ordine. Di seguito il testo integrale del suo messaggio.


Prior General Alejandro MOral Anton


Cari fratelli:


Inizio queste parole con il cuore colmo di gratitudine e con la consapevolezza profonda che ogni cammino di servizio nella Chiesa nasce da un dono e trova compimento nella carità.

 

Qualsiasi autorità, anche quella, e soprattutto, del Priore Generale deve esercitarsi sempre come servizio di amore: servizio a Dio, principio e fine di tutte le cose, servizio alla Chiesa, nostra Madre, nella disponibilità totale alle sue indicazioni e alle sue necessità; servizio all'Ordine in tutti ed ognuno dei membri, perché possiamo portare alla pienezza la vocazione alla quale siamo stati chiamati.

 

Dodici anni fa, l'allora Superiore Generale dei Gesuiti, P. Adolfo Nicolás, nella sua riflessione rivolta ai capitolari, ci presentava 8 sfide. Nel mio discorso fatto appena eletto Priore generale dell'Ordine mi sono soffermato sulla prima sfida che diceva cosi: "Dovete recuperare le grandi sfide dell'umanità". E aggiungeva: "I religiosi dobbiamo domandarci: 'come possiamo ridurre le sofferenze dell'umanità? Gesu attraversava le strade del mondo facendo proprio questo: curando, ascoltando. Non esistono sfide religiose. Siamo religiosi e per questo siamo vicini all'umanità partendo del nostro essere religiosi. Le sfide dell'umanità sono le nostre sfide, come lo sono state di Cristo"... E concludeva dicendo: "dobbiamo recuperare l'antica tradizione degli Ordini religiosi e la ragione per la quale sono sorti, che fu per lavorare per l'umanità".

 

Bisognerà fare tante altre cose, però, se non siamo strutturati, come religiosi e come Ordine, dalla compassione, tutto quello che facciamo sarà irrilevante e potrà essere anche pericoloso perché ci porterà facilmente fuori dalla nostra missione di introdurre nel mondo la compassione di Dio.

 

La COMPASSIONE è stato il motto scelto per il discorso inaugurale del mio primo sessennio come Moderatore Supremo dell'Ordine.


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Roma e la formazione

 

La mia storia personale si intreccia con quella della nostra famiglia religiosa. Nel 1978 arrivai a Roma come giovane studente del corso istituzionale. Nel 1983, dopo avere ottenuto la Licenza in Sacre Scritture e il primo corso per il Dottorato feci ritorno al Seminario de Los Negrales, dove insegnai alcune materie del Nuovo Testamento e dove servii come bibliotecario, economo e maestro dei professi.

 

Che cosa ha rappresentato Roma per me? È stata un'esperienza meravigliosa, segnata dall'incontro con padri straordinari, alcuni dei quali oggi già partecipano alla liturgia del cielo ma altri ancora sono con noi, penso a P. Vittorino Grossi e a P. Angelo Di Berardino.

 

A Roma ho rafforzato la mia fede, ho rinnovato la mia vocazione agostiniana, ho costruito amicizie solide e durature e ho imparato ad amare profondamente i fratelli dell'Ordine. È qui che ho scoperto la ricchezza della diversità e la bellezza dell'unità che ci unisce. Roma mi ha aperto la mente e il cuore: mi ha insegnato a vivere non solo secondo il mio pensiero, ma nella comunione, nella diversită riconciliata, nell'unità dello Spirito.

 

Anni di servizio e governo

 

Otto anni trascorsero nella casa di formazione ma dal 1991 cominciò per me il servizio di governo, che si è protratto fino ad oggi. Oggi, a distanza di 35 anni, posso dire con umiltà e riconoscenza: «Chi presiede non si ritenga felice perché domina con il potere, ma perché serve con la carità» (Costituzioni dell'Ordine).

 

Ho cercato di vivere cosi, consapevole che il governo non è possesso ma servizio, non è potere ma dono di sé.



Ringraziamenti

 

In primo luogo, sento il dovere e la gioia di ringraziare i fratelli che hanno condiviso con me il servizio in questo ultimo sessennio. Sono stati la mia famiglia più vicina, coloro che hanno condiviso gioie e sofferenze, che mi hanno guidato e sostenuto:


• il P. Joseph Farrell, Vicario Generale;

• il P. Anthony Banks, Consigliere Generale;

• il P. Edward Daleng, Consigliere e Procuratore;

• il P. Ian Wilson, che ha sostituito il P. Paul Graham, uomo santo, che porto

nel cuore e a chi chiediamo interceda per noi;

• il P. Javier Pérez Barba, che ha sostituito il P. Luis Marín de San Martín,

oggi Vescovo;

• il P. Alex Lam, Consigliere;

• il P. Pasquale Di Lernia, Segretario dell’Ordine;

• il P. Franz Klein, Economo Generale.

• il P. Josef Sciberras, Postulatore generale.

• il P. Andrés Gómez Rozo, Archivista Generale.

 

A ciascuno di loro rivolgo la mia più sincera gratitudine. Essi sono stati compagni di viaggio, fratelli fedeli, consiglieri saggi e uomini di preghiera.

 

Il mio ringraziamento si estende a tutti gli ufficiali e a tutti i fratelli che, in vari modi, hanno contribuito a portare avanti i progetti programmati.


Le prove del tempo

 

Non posso dimenticare che questo sessennio è iniziato in circostanze drammatiche:

la pandemia di COVID-19, che per lunghi mesi ha segnato le nostre comunità e il

mondo intero. Abbiamo pianto per la perdita di numerosi fratelli, abbiamo sofferto

l’isolamento, abbiamo sperimentato la fragilità della vita.


Questa esperienza ci ha cambiati. Ci ha insegnato che non possiamo vivere

rinchiusi nell’individualismo, che la fraternità non è un lusso ma una necessità

vitale, che la nostra vocazione è autentica solo quando è radicata in una vera

comunione.


Accanto alle gioie, ci sono state anche sofferenze e responsabilità dolorose: ho

dovuto prendere decisioni difficili; o il dolore per fratelli segnati da tragedie

personali. In quei momenti ho cercato di non giudicare, ma di essere vicino con

misericordia e compassione. Se non sempre ci sono riuscito, chiedo umilmente

perdono.

 

Verso la rinnovazione

 

Guardando al futuro, sento con forza che il nostro Ordine ha bisogno di un rinnovamento autentico. Non basta amministrare l'esistente: dobbiamo ripensare la nostra vita religiosa in fedeltà al carisma.

 

I punti fondamentali, a mio avviso, sono tre:

 

1. La formazione, solida e continua, che prepari religiosi maturi, radicati nella Parola e capaci di discernimento.

2. La vita comunitaria, cuore della nostra identità: meno opere, ma comunità più autentiche e fraterne... con uno spirito missionario di comunione.

3. La comunione dei beni e l'austerità, segno evangelico di libertà interiore e di testimonianza credibile in un mondo segnato dal consumismo.

 

Abbiamo grandi valori, abbiamo energie e capacità: dobbiamo solo ritrovare la gioia della nostra vocazione, la passione della comunione, il coraggio della testimonianza.

 

Speranza e continuità

 

Oggi, al termine di questo servizio, affido con serenità e fiducia il cammino dell'Ordine al nuovo Priore Generale. A lui va il mio augurio più sincero e la mia disponibilità totale: sarò sempre pronto ad aiutare quando lo vorrà e ad andare là dove l'Ordine riterrà utile la mia presenza.

 

Ringrazio voi, fratelli, per l'affetto che ho ricevuto in tutte le circoscrizioni. Mi sono sentito sempre accolto e amato, e per questo rendo grazie a Dio.


Conclusione

 

Fratelli carissimi, tutto ciò che abbiamo vissuto, le gioie e le fatiche, i successi e le fragilità, trova senso solo se resta radicato nella Parola e nel carisma. Per questo desidero ripetere, come all'inizio, il principio che ci unisce: «Abbiate un cuor solo e un'anima sola protesi verso Dio».

 

Che questa parola di Agostino sia luce per il nostro futuro, sostegno per il nuovo Priore Generale e guida per ciascuno di noi.

 

Concludo con una breve preghiera:

 

Signore Gesù Cristo, Pastore buono e misericordioso, benedici il nostro Ordine. Dona al nuovo Priore Generale la sapienza e la carità del servizio. Fa che. sull'esempio del nostro Padre Agostino, viviamo uniti in cuore e anima, protesi verso di Te, unico nostro Bene. Interceda per noi Sant'Agostino, e accompagni i nostri passi Maria, Madre del Buon Consiglio. Amen.


Grazie.

 




 
 
 
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