San Tommaso da Villanova, prossimo Dottore della Chiesa?
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Il Priore Generale emerito dell’Ordine di Sant’Agostino, padre Miguel Ángel Orcasitas OSA, ci introduce nel contesto di quello che potrebbe diventare il trentanovesimo Dottore della Santa Chiesa. Si tratta di un lungo processo, durato oltre 150 anni, che ha coinvolto molte realtà ecclesiali. Questa è la sua storia, il suo lascito e la sua influenza.

Cosa significa essere Dottore della Chiesa?
Nel calendario dei santi della Chiesa cattolica, alcuni sono designati come “Dottori della Chiesa”. Le condizioni furono stabilite da Papa Benedetto XIV nel XVIII secolo, anche se già prima alcuni santi erano stati proclamati dottori. È necessario, innanzitutto, che il santo sia canonizzato. In secondo luogo, i suoi scritti devono contenere una dottrina eminente, cioè offrire contributi teologici o spirituali che chiariscono aspetti rilevanti della dottrina. Infine, il Papa o un concilio devono proclamarlo ufficialmente Dottore.
Quando iniziarono le proclamazioni?
La pratica risale al Medioevo. Papa Bonifacio VIII (1294–1303) proclamò nel 1298 i primi Dottori: i quattro principali Padri della Chiesa occidentale—Sant’Agostino, Sant’Ambrogio, San Gregorio Magno e San Girolamo. La proclamazione riconobbe il loro ruolo nel definire concetti teologici fondamentali.
Dopo quasi tre secoli, Papa Pio V proclamò San Tommaso d’Aquino Dottore l’11 aprile 1567. Entrambi appartenevano all’Ordine dei Predicatori (Domenicani). Nel 1568, Pio V proclamò Dottori anche quattro Padri orientali: Sant’Atanasio, San Basilio, San Gregorio Nazianzeno e San Giovanni Crisostomo.
Nel 1588, Papa Sisto V aggiunse San Bonaventura. Anche in questo caso, entrambi erano Francescani.
Dottori proclamati recentemente
I Papi recenti hanno continuato a nominare Dottori: Paolo VI, Benedetto XVI, Francesco e, recentemente, Leone XIV. Giovanni XXIII non ne proclamò, ma sostenne l’idea di dichiarare Dottore Santa Teresa. Paolo VI lo fece il 27 settembre 1970, prima donna Dottore. Il 4 ottobre dello stesso anno, proclamò anche Santa Caterina da Siena.
Giovanni Paolo II proclamò Santa Teresa di Lisieux nel 1997; Benedetto XVI nel 2012 Santa Ildegarda di Bingen e San Giovanni d’Avila; Francesco nel 2015 San Gregorio di Narek e nel 2022 Sant’Ireneo di Lione. Infine, nel 2025, Leone XIV proclamò San John Henry Newman, portando il totale a 38.
Perché proporre San Tommaso da Villanova?
Occorre evidenziare i punti in cui la sua dottrina è eminente. I suoi sermoni, o “conciones”, sono fondamentali. Pubblicati per la prima volta nel 1572 ad Alcalá de Henares, hanno avuto numerose edizioni. Oltre 1080 studi ne testimoniano l’interesse teologico e spirituale.
La sua figura di “santo elemosiniere” è diffusa nell’arte e nella devozione. È patrono di parrocchie, scuole, ospedali, e ispiratore di congregazioni e associazioni caritative.
I sermoni, pronunciati in spagnolo e pubblicati in latino, sono oggi disponibili in edizione critica bilingue (latino-spagnolo) nella BAC: 11 volumi, 7500 pagine.
La sua sapienza spirituale, memoria prodigiosa e dedizione allo studio lo hanno reso patrono degli studi per l’Ordine agostiniano nel 1953. Come vescovo di Valencia, promosse riforme ecclesiali fedeli alla dottrina cattolica, anticipando il Concilio di Trento.
Gonzalo Tejerina sottolinea la predicazione come suo contributo teologico principale. San Tommaso richiedeva audacia, sincerità e purezza: “Il predicatore deve possedere santità di vita e autenticità di dottrina” (Conción 138, III, 571). Studio, preghiera, digiuno, castità, umiltà e temperanza erano essenziali—dottrina vera e vita santa sono inseparabili.
Fu maestro della fede attraverso la predicazione, dedicato all’insegnamento della Parola di Dio al popolo. Probabilmente apprese nelle aule di Alcalá l’uso della Sacra Scrittura, che assimilò profondamente nel suo pensiero e portò nella predicazione, citandola abbondantemente. I suoi sermoni sono ricchi di citazioni bibliche, con cui affermava le verità che annunciava. Ma nella sua predicazione si mostra fedele alla tradizione della Chiesa e ai Santi Padri, perché desidera offrire un nutrimento sano ai suoi ascoltatori.
Predicava con zelo pastorale e da una profonda esperienza di Dio, coltivata nella preghiera. Affronta molti temi teologici perché spiega la fede. La sua dottrina è profonda e ricca di contenuti. Inoltre, offre una teoria sulla predicazione: come deve essere svolta e come il predicatore deve prepararsi per esercitare questo ministero. Egli stesso pratica ciò che chiede al predicatore.
Confida nella verità quando spiega la fede, perché è convinto della razionalità del mistero rivelato. Le verità della fede, pur eccedendo la comprensione umana, non sono contrarie alla ragione, ma superiori ad essa. Esiste una coerenza interna tra la rivelazione divina e la ragione umana. Diceva Sant’Agostino: «Non riesco a contenere la gioia ogni volta che constato una così perfetta concordanza tra i testi sacri e la ragione» (Conción 232, VI, 109). Tommaso si sforza di mostrare la logica interna del mistero creduto.
Le conciones e gli scritti di San Tommaso sono pieni di profondità teologica e di unzione mistica, penetrando e spiegando i misteri di Cristo e della Vergine Maria. La sua parola è al servizio del Vangelo, fondata sulla Sacra Scrittura e sui Santi Padri. Mostra una grande preparazione intellettuale, rivelandosi nei suoi sermoni come uno dei grandi maestri della spiritualità e della teologia. La sua erudizione è frutto della formazione universitaria ad Alcalá e della sua dedizione allo studio, che ha sempre considerato fondamentale per il ministero della predicazione.
Nel contesto teologico del suo tempo, Tommaso da Villanova predicava la fede cattolica, mentre Lutero, con la sua ribellione e le sue dottrine eretiche, provocava una profonda divisione nella Chiesa, che perdura fino ai nostri giorni. Lo stesso anno 1517 in cui Lutero propose le sue famose 95 tesi, San Tommaso professò nell’Ordine di Sant’Agostino. E nel 1521, quando Lutero ruppe con la Chiesa, Tommaso, priore del convento di Salamanca, predicò nella cattedrale una serie di sermoni sul salmo 113 (“In exitu Israel de Aegypto”), che ebbero grande risonanza in città e moltiplicarono le vocazioni alla vita religiosa.
San Tommaso si distanziò da Lutero e dal protestantesimo su punti teologici fondamentali, come il modo di intendere la giustificazione e la promozione e difesa della vita religiosa, radicandola in Maria e in Giovanni Battista, argomentando contro gli attacchi violenti di Lutero ai voti religiosi, discreditati nel suo trattato De votis monasticis.
Dal punto di vista dottrinale, la sua predicazione può essere paragonata alla dottrina del Concilio di Trento sulla giustificazione. Dal punto di vista disciplinare, anticipò il concilio fondando nel 1550 il Colegio Mayor de la Presentación, come seminario per coltivare le vocazioni sacerdotali. Preoccupato per la formazione dei sacerdoti, desiderava un clero devoto, colto e santo nella sua diocesi, formato nella preghiera e nello studio. Difese la santità del clero contro l’assenteismo e il concubinato.
San Tommaso è un maestro spirituale, radicato in Sant’Agostino, che indica cammini di perfezione, dalla preghiera alla contemplazione. Un cammino adatto sia ai laici che ai consacrati, mostrando itinerari efficaci per perfezionare la vita cristiana fino alla contemplazione.
Predicò con devozione filiale la devozione alla Vergine, difendendo verità che sarebbero state poi proclamate dogmi nei secoli XIX e XX da Pio IX e Pio XII: l’Immacolata Concezione e l’Assunzione di Maria. Questo è un punto notevole della sua predicazione. Non solo dedicò specifici sermoni alla devozione mariana, ma in tutta la sua predicazione vi sono molteplici riferimenti alla Vergine, che acquisiscono maggiore rilievo dottrinale nel contesto storico in cui furono pronunciati. Maria è, per San Tommaso, precorritrice della vita consacrata.
La sua riflessione teologica non si limitò all’ambito intellettuale, ma si trasformò in un servizio straordinario di carità. Nella predicazione di San Tommaso, l’elemosina e la misericordia assumono una dimensione teologica e pastorale, fondata sulla Bibbia e sui Padri. Come farà il Vaticano II, San Tommaso guarda indietro con riflessione, per radicare la vita e il pensiero nella Sacra Scrittura e nella tradizione dei Padri. Approfondisce la Parola di Dio alla luce dell’interpretazione dei Santi Padri.
Per Jaime García, la misericordia è il centro e il fondamento della sua vita e del suo pensiero esegetico, teologico e socio-politico. Fondò la sua vita, il suo pensiero e la sua pastorale sull’Amore di Dio, sulla Misericordia e sulla Speranza. La Misericordia si rende visibile nel mistero dell’Incarnazione. Con San Tommaso inizia l’epoca moderna della “teologia del cuore”. L’organizzazione che creò per aiutare i poveri si ispira a criteri ancora oggi validi. Inaugurò una sorta di sicurezza sociale con medici, infermieri e farmacisti. Fondò un ospedale, organizzò vestiario per gli indigenti, istituì residenze per accogliere bambini abbandonati. La carità verso i poveri fu per lui un aspetto della giustizia. Appare come un precursore della dottrina sociale della Chiesa. San Tommaso si prendeva cura dei poveri non solo con elemosine, ma promuovendo efficacemente il loro sviluppo umano e cristiano. Il suo magistero è in questo punto tanto chiaro quanto esigente.
Il suo concetto di povertà non si limita alla mancanza di beni materiali. In uno dei suoi sermoni afferma: “…non pensate, fratelli, che siano poveri solo quelli che così chiamate, quelli che non hanno cibo o vestiti. Non è forse più povero chi manca di fede, di sapere, di discernimento, di luce, di ragione, di sensi? È minore la disgrazia corporale rispetto a quella del cuore, perché l’anima è più importante del corpo (Cfr. Mt 6, 25)” (Conción 199, 89, Opere Complete, Vol. V, 150).
San Tommaso non poté partecipare al Concilio di Trento per motivi di salute e per la necessità di rimanere in una diocesi abbandonata dai suoi pastori per oltre cento anni. Anticipando le decisioni del Concilio, difese con forza l’obbligo di residenza dei vescovi nelle loro sedi. Aveva ben chiaro il dovere di residenza, per il bene dei fedeli, giustificando così la sua richiesta di dispensa dalla partecipazione al concilio. La sua riflessione si estende anche ai doveri dei vescovi, elaborando una dottrina sulla teologia del ministero episcopale.
Sebbene non partecipò al concilio, sappiamo che inviò un memorandum tramite il vescovo di Huesca. Il cardinale Antonio Cañizares, che ha scritto la sua tesi di dottorato su San Tommaso da Villanova, sospetta che tale documento sia giunto nelle mani del cardinale agostiniano Seripando, presidente del concilio, e che sia stato Seripando a presentare la dottrina sulla giustificazione, poi definita nel concilio, basandosi sullo scritto di San Tommaso. Tuttavia, il contenuto di questo documento è sconosciuto e non sembra facile che venga ritrovato.
Richieste per il Dottorato di San Tommaso da Villanova dalla fine del XIX secolo
In diversi momenti storici, la causa per il Dottorato di San Tommaso da Villanova è stata promossa dall’arcidiocesi di Valencia, dagli ordini di Sant’Agostino, dagli Agostiniani Recolletti e dagli Agostiniani Scalzi, da varie congregazioni femminili legate a questi ordini, nonché da numerosi vescovi e istituzioni educative o assistenziali.
I primi tentativi di promuovere il dottorato risalgono agli anni Settanta del XIX secolo, con lettere postulatorie inviate all’allora Congregazione dei Riti. Il cardinale Antolín Monescillo, arcivescovo di Valencia, indirizzò una supplica al Santo Padre l’8 ottobre 1890, chiedendo la concessione del titolo di Dottore della Chiesa a San Tommaso da Villanova. Lo fece anche il padre agostiniano Manuel Díez González, allora commissario apostolico della provincia in Spagna. Successivamente, la richiesta fu reiterata dal cardinale Monescillo e anche dal vescovo agostiniano di Salamanca, Tomás Cámara y Castro, nonché dal Rettore e dai dottori dell’Università di Salamanca.
Un sinodo celebrato a Valencia nel 1951 sotto la presidenza del vescovo Marcelino Olaechea reiterò la richiesta. Nell’Ordine di Sant’Agostino, come già ricordato, il capitolo generale del 1953 dichiarò San Tommaso patrono degli studi in riconoscimento del suo magistero.
Avvicinandosi il V centenario della nascita del santo, l’allora arcivescovo di Valencia, Miguel Roca Cabanellas, e il priore generale dell’Ordine di Sant’Agostino, Teodoro Tack, presentarono a Roma una nuova richiesta per il dottorato. In questa occasione, la petizione fu accompagnata da un gran numero di lettere postulatorie da parte di vescovi, università, facoltà, istituti teologici, istituti religiosi e seminari. Fu inoltre raccolta documentazione in vista della futura Positio, che avrebbe dovuto dimostrare la dottrina eminente del santo. Tutto fu raccolto in un voluminoso fascicolo di 800 fogli, presentato alla FAE (Federazione Agostiniana Spagnola) nel marzo 1983 e inviato a Roma. Dalla Postulazione Generale di Roma si rispose alla FAE, il 21 giugno 1983, che era necessario realizzare un’edizione critica delle opere del santo per poter avanzare nella richiesta del Dottorato.
La causa del dottorato di San Tommaso è sempre stata ben accolta dai vescovi spagnoli e da quelli di altre nazioni, contando su numerose adesioni da parte di istituzioni accademiche ed ecclesiali. Tuttavia, sembra che la mancanza di un’edizione recente delle sue opere, facilmente accessibile ai fedeli in quel momento, sia stato l’ostacolo che ha impedito il progresso della causa.
Iniziative attuali dopo la pubblicazione delle opere complete
Di fronte al blocco causato dalla mancanza di un’edizione recente e accessibile al pubblico delle opere di San Tommaso, il padre agostiniano Laureano Manrique prese l’iniziativa di preparare un’edizione bilingue delle opere complete del santo, affinché fossero facilmente accessibili, e si propose di portare avanti il progetto. Realizzò la trascrizione delle opere, confrontando le diverse edizioni e offrendo un’edizione critica.
Per la traduzione dal latino si avvalse della collaborazione del padre Isidro Alvarez, che realizzò una magnifica traduzione in uno spagnolo di alta qualità. Entrambi i religiosi erano membri della comunità agostiniana di Malaga. Erano ritirati dal ministero educativo da diversi anni, avendo superato da tempo l’età della pensione: il primo aveva circa ottant’anni, il secondo li superava. Entrambi erano stati professori di lingua e letteratura in diversi collegi. Per completare il team, il padre provinciale chiese al padre José Manuel Guirau, anch’egli in pensione, di occuparsi dell’apparato critico. Il lavoro svolto merita la gratitudine dell’Ordine. I tre religiosi sono deceduti negli ultimi anni.
La FAE negoziò la pubblicazione delle Opere Complete nel formato Maior della BAC (Biblioteca de Autores Cristianos), accettando di finanziare l’edizione. Dal 2010 al 2015 furono pubblicati i dieci volumi (undici tomi) di questa importante opera. A seguito di questo evento, fu possibile riprendere la richiesta del dottorato per San Tommaso da Villanova. La questione fu presentata all’arcivescovo di Valencia, cardinale Antonio Cañizares, che suggerì di organizzare un congresso. Questo si tenne nel 2018, con il titolo “Dalla Giustificazione alla Carità in San Tommaso da Villanova.” Il congresso fu frutto della collaborazione tra la FAE, i postulanti degli ordini agostiniani, l’arcidiocesi di Valencia, il Collegio della Presentazione (fondato da San Tommaso) e l’Università Cattolica di Valencia.
Già nel 2016, la Conferenza Episcopale Spagnola, su richiesta degli ordini di Sant’Agostino, degli Agostiniani Recolletti e degli Agostiniani Scalzi, e delle congregazioni femminili integrate nella FAE (Agostiniane contemplative, Agostiniane missionarie, Agostiniane dell’Amparo e Missionarie Agostiniane Recollette), presentò una supplica al Papa affinché San Tommaso da Villanova fosse proclamato Dottore della Chiesa.
Dalla presidenza della FAE ho avuto l’opportunità di invitare diverse conferenze episcopali, parrocchie e istituzioni ecclesiastiche e civili a presentare anch’esse tale richiesta al Papa. Allo stesso modo, sono state avviate iniziative dalle Postulazioni Generali dei tre ordini agostiniani.
La risposta dei vescovi è stata molto positiva, tanto che un buon numero di conferenze episcopali si è unito alla richiesta, inviandola al Papa, direttamente, tramite il Dicastero per le Cause dei Santi, o attraverso la Postulazione Generale dell’Ordine di Sant’Agostino.
Le seguenti conferenze episcopali hanno richiesto al Papa il dottorato per San Tommaso da Villanova (salvo errori o omissioni): Spagna, Panama, Ecuador, Argentina, Colombia, Cuba, Filippine, Kenya, Messico, Nigeria, Perù, Venezuela e Repubblica Ceca. Lo ha fatto anche il Consiglio Direttivo del CELAM (Consiglio Episcopale Latinoamericano).
Il gran numero di vescovi che compongono queste conferenze episcopali fa sperare che la loro voce venga ascoltata.
Secondo le informazioni ricevute dalla Postulazione Generale, i passaggi che il dossier deve seguire a Roma sono i seguenti: Gli scritti del santo vengono esaminati dal Dicastero per le Cause dei Santi, sottoponendo le opere al giudizio di tre teologi. Questo passaggio è già stato compiuto e, a quanto pare, risolto positivamente con il parere favorevole dei teologi nel caso di San Tommaso da Villanova. La sessione plenaria del Dicastero esaminerà i rapporti dei teologi e le richieste ricevute. Se l’opinione della plenaria sarà positiva, si chiederà al Papa il passaggio successivo, cioè il trasferimento della causa al Dicastero per la Dottrina della Fede. In questo Dicastero, le opere dovranno essere nuovamente esaminate da un gruppo di teologi, per giudicare l’ortodossia dei suoi insegnamenti e l’eccellenza della sua dottrina.
Se anche il parere di questo Dicastero sarà positivo, come speriamo, si dovrà redigere la Positio, dando forma giuridica al processo, descrivendo la storia della causa e le ragioni che ne giustificano la proclamazione come Dottore della Chiesa.
Il cammino è lungo e faticoso. Quello percorso con San Tommaso ha una storia molto antica, che risale alla fine del XIX secolo. Ma non desistiamo dall’impegno per ottenere questa dichiarazione, consapevoli del bene che la Chiesa può ricevere dalla proclamazione di San Tommaso come maestro della predicazione, e della ricchezza dottrinale e spirituale che le sue conciones offrono a tutto il popolo cristiano, oggi e sempre.
San Tommaso, morto nel 1555, fu beatificato da Papa Paolo V nel 1618 e solennemente canonizzato da Papa Alessandro VII nel 1658.
Cfr. J. CAMPOS Y FERNÁNDEZ DE SEVILLA, Bibliografia di San Tommaso da Villanova, in: www.javiercampos.com. Anche in R. LAZCANO, Episcopologio agostiniano, 3 voll., Editorial Agustiniana, Madrid 2014. Gli autori che hanno pubblicato più studi su San Tommaso da Villanova sono J. Campos Fernández de Sevilla e A. Llin Chafer.
Vedi la pubblicazione di A. ITURBE e R. TOLLO (Coord.), Santo Tomás de Villanueva. Culto, historia y arte, San Lorenzo del Escorial (Madrid)–Tolentino (Italia), 2013, 2 voll. Catalogano quasi mille opere d’arte dedicate a San Tommaso da Villanova.
SAN TOMMASO DA VILLANUEVA, Obras completas, 10 volumi, 11 tomi, Madrid, BAC, 2010–2015.
Cfr. L. ÁLVAREZ GUTIÉRREZ, “Santo Tomás de Villanueva, mentor, impulsor y patrono de los estudios en la orden [de San Agustín]”, in Santo Tomás de Villanueva. 450 aniversario de su muerte, Madrid 2005.
M.Á. ORCASITAS, “La Orden de San Agustín en la época de Tomás de Villanueva”, in: VV. AA., Santo Tomás de Villanueva. Consiliario del Colegio Mayor de San Ildefonso. V Centenario, Guadalajara, AACHE, 2012, pp. 59–94.
G. TEJERINA, “Santo Tomás de Villanueva, predicador y maestro de la predicación”, in La Ciudad de Dios – Revista Agustiniana (Guadarrama, Madrid), 233 / 1 (2020), pp. 55–74.
Cfr. M.A. ORCASITAS, “La vida religiosa en los escritos de Santo Tomás de Villanueva”, in: Cuadernos de Investigación Histórica, n. 35, Fundación Universitaria Española, Madrid 2018, pp. 59–110.
Cfr. lo studio di G. TEJERINA, “La doctrina de la Justificación de Santo Tomás de Villanueva y sus relaciones con la enseñanza de Trento”, in Cuadernos de Investigación Histórica, n. 35, Fundación Universitaria Española, Madrid 2018, pp. 111–136.
Cfr. J.M. LEONET ZABALA, La figura de María en Santo Tomás de Villanueva, Pozuelo de Alarcón, 2020.
Cfr. J. GARCÍA ÁLVAREZ, Santo Tomás de Villanueva. La misericordia hecha vida y pensamiento, Guadarrama, Ed. Agustiniana, 2016.
In quel periodo, l’ultima edizione disponibile delle Opere complete del santo era stata pubblicata, nel suo originale latino, dalla Provincia delle Filippine, OSA, a Manila, tra il 1881 e il 1897. Fu realizzata dai padri Ubierna, Martín, Monasterio e altri, e comprendeva sei volumi in formato folio. Fu l’edizione più completa realizzata fino a quel momento e rappresentò un importante progetto editoriale.



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