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La famiglia: colonna portante della Chiesa e priorità pastorale

  • 4 giorni fa
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 1 giorno fa



Osservava Chesterton con la sua consueta acutezza – quasi come se pensasse già al nostro XXI secolo – che la vera avventura dell’uomo moderno non consiste nell’attraversare oceani, ma nello sposarsi e formare una famiglia. I nostri obiettivi pastorali sembrano intendere l’“avventura” in senso analogo, quando parlano della necessità di annunciare Cristo, con speranza, in ogni tempo e circostanza, in modo “gioioso e senza pregiudizi” e con particolare attenzione alla famiglia, «primissima sfida evangelizzatrice».


Il cuore del Vangelo risplende nella famiglia come santuario dell’amore e scuola di umanità. La pastorale familiare, lungi dall’essere una presenza muta, è la colonna portante di una Chiesa che cammina accanto ai suoi figli, soprattutto in un tempo in cui la vita familiare incontra molteplici crisi culturali, sociali e, soprattutto, spirituali. Di fronte a una realtà che lascia poco spazio alla discussione, possiamo dare due tipi di risposta: o un semplice lamento sterile, oppure una diagnosi lucida unita a creatività pastorale, con nuovi metodi, nuovo ardore e, in definitiva, una nuova evangelizzazione.


In questo contesto, gli ultimi pontefici sono stati chiari e hanno posto gli accenti sulla verità, la misericordia e l’accompagnamento. Benedetto XVI, in continuità con l’insegnamento di san Giovanni Paolo II, ha parlato della verità dell’amore umano. Nella sua esortazione apostolica Sacramentum Caritatis (2007), ha sottolineato l’intima connessione tra Eucaristia e vita matrimoniale, ricordando che l’amore coniugale trova nel sacrificio di Cristo la sua fonte e il suo culmine. Benedetto, teologo della speranza, offrì alle famiglie una visione radicata nella verità rivelata, senza celare le esigenze del Vangelo, ma sempre illuminata dalla carità. In sintonia con sant’Agostino, che tanto ammirava, riconosceva che il cuore umano trova pace solo in Dio e che ogni amore autentico si plasma in questa ricerca di unità e di dono totale di sé.


Parlare di papa Francesco e di famiglia significa parlare, in larga misura, di Amoris Laetitia (2016), l’esortazione apostolica frutto del Sinodo sulla Famiglia, in cui emerge un approccio profondamente pastorale, che non rinuncia alla verità dottrinale ma pone al centro la realtà concreta delle famiglie, con le loro ferite, le loro ricerche e le loro speranze. Francesco invita la Chiesa a essere «ospedale da campo», dove si accolgono, si curano e si sostengono gli sposi e i loro figli.


La famiglia: essenziale per costruire società pacifiche


Leone XIV, in questi primi passi del suo pontificato, ha già parlato della famiglia, fondata sull’unione stabile tra un uomo e una donna. Investire nella famiglia è essenziale per costruire quelle società pacifiche alle quali il papa agostiniano ha fatto più volte riferimento in questo breve tempo.


Uno dei grandi eventi ecclesiali ai quali papa Leone XIV ha partecipato durante il suo primo mese di pontificato è stato il Giubileo delle Famiglie, dei Bambini, dei Nonni e degli Anziani, celebrato a Roma dal 28 maggio al 3 giugno.


Con il motto «Pellegrini della speranza», famiglie provenienti da parrocchie e fraternità agostiniane di diverse parti del mondo, in cui l’Ordine di sant’Agostino è presente, si sono riunite nella Città Eterna per vivere insieme la fede e testimoniare la bellezza della famiglia.


Sabato 31 maggio hanno recitato insieme il Rosario e domenica 1º giugno hanno partecipato all’Eucaristia, presieduta da papa Leone XIV in Piazza San Pietro, insieme a circa 70.000 persone.


In quell’occasione il Papa ha sottolineato l’importanza della famiglia come fermento della società e seme di unità; con parole particolarmente affettuose verso i nonni, che in tante storie personali sono i primi trasmettitori della fede.


Concluso il Giubileo, le famiglie sono tornate alle loro battaglie quotidiane, che negli ultimi anni hanno reso evidente un grande bisogno di formazione e accompagnamento. In questo contesto, frutto del soffio dello Spirito Santo, si stanno consolidando risposte pastorali diversissime, con accenti differenti all’interno di diocesi, movimenti, ordini e congregazioni religiose.


Può sembrare altisonante, ma è una verità facilmente verificabile: non c’è futuro senza famiglia. Per questo l’Ordine di sant’Agostino desidera puntare senza riserve sulla pastorale familiare; un modo concreto di incarnarsi nella storia: nella storia concreta, con nomi e volti, di ogni focolare. In essa, spesso, si forgia la fede, si coltiva la speranza e si impara la carità. Tra le mura domestiche si plasma il futuro dell’umanità, come affermava il Concilio Vaticano II.


Oggi, più che mai, la Chiesa è chiamata ad accompagnare le famiglie con tenerezza e fermezza, con chiarezza e compassione, lungo il loro cammino tra luci e ombre. Sono famiglie pellegrine della speranza, che conoscono bene le fatiche quotidiane e che, proprio per questo, hanno bisogno che il loro cuore resti inquieto finché non riposa in Dio.


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