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Omelía | 17 Settembre 2025

P. Jose Castillo (SAH)

Abbiamo appena sentito il commento di Gesù, che è una vera provocazione, e che forse possiamo fare nostro

Omelía 17 settembre – Capitolo Generale

Abbiamo appena sentito il commento di Gesù, che è una vera provocazione, e che forse possiamo fare nostro: "Pero’, nessuno ti capisce". "Che cosa ti prende?" "Giovanni è venuto e ha digiunato, e tu critichi. Io vengo e tu mi dici che sono un mangione".

Nessuno ti capisce. Sei, per così dire, fuori posto, sempre in disaccordo. Non sai come comportarti.

Potrebbe il Signore dirci questo come Ordine di Sant'Agostino? Potrebbe dircelo come Capitolo generale, ora in questa Eucaristia così speciale, l'ultima che celebriamo prima della Messa solenne di domani, presieduta dal nuovo Padre Generale?

Perché non riconoscete le cose, che c'è che non va in voi?
Credo che fare nostre queste domande sia un serio invito all'analisi, al discernimento, che possiamo accogliere come una proposta piena di speranza nel quadro di questo giubileo, in questo pellegrinaggio di speranza che è la vita, e che è anche la vita dell'Ordine.

Un'analisi, un discernimento fiducioso, che può essere illuminato oggi dalla parola di Dio che abbiamo ascoltato e dai ricordi dei santi che la Chiesa ci offre in questo giorno.

La Lettera a Timoteo ci invita a riconoscere come vero che la Chiesa è la casa di Dio, che ha come colonna e fondamento la Verità. Ci invita a metterci incondizionatamente al suo servizio. Infatti, con il salmo che abbiamo cantato, riconosciamo che le opere del Signore sono grandi e che noi, pur nella nostra debolezza, siamo, sia personalmente che come istituzione, opera delle sue mani.

Inoltre, ci stanchiamo di ricordare e riconoscere che siamo nati dalla Chiesa, rappresentata dal Papa, e di metterci al suo servizio. Rappresentiamo il mondo; proveniamo dai cinque continenti. Ma chi ci vede o pensa di vederci, vibra perché ci riconosce al servizio di questa casa di Dio? Di questo Oikos, che è la Chiesa, il nostro mondo? Serviamo questo nostro mondo con compassione, creatività e passione. Sospiriamo e palpitiamo con esso? Le sue gioie e speranze sono nostre, i suoi dolori e le sue calamità sono anche quelli del nostro Ordine? Credo umilmente che una simile passione debba porci al servizio dei più poveri e bisognosi del nostro mondo. Povertà e bisogno intesi in tutti i loro contesti.

Di senso e di conoscenza, di felicità, ma anche di povertà economica, che sempre comprende tutte le altre povertà. Mettiamoci al servizio incondizionato della Chiesa, che oggi si batte a gran voce per la promozione della Fraternità Umana Universale, l'essere stesso del Signore, che è il Regno. E che risuona ancora nel concerto tenuto a tale scopo sabato nelle braccia aperte di Piazza San Pietro.

Ma insieme alla Parola, siamo illuminati oggi anche dalla festa dei santi che ricordiamo, Sant'Ildegarda e San Roberto Bellarmino. Abbiamo ascoltato questi santi nella recente canonizzazione di Frassati e Acutis; sono esempi viventi che ci ispirano a seguirli, ad essere fedeli al dovere della santità.
Da questi due Dottori della Chiesa che oggi celebriamo possiamo riconoscere tanta saggezza pratica anche per oggi, per il nostro mondo, per la nostra presenza attiva in esso e al suo servizio.

Sant'Ildegarda, riproposta alla Chiesa universale da Papa Benedetto XVI, mette in luce il coraggio geniale della tenacia e della creatività. Ci presenta il valore del femminile, l'eliminazione di ogni pregiudizio di genere, alla luce di questa donna eccezionalmente brillante: musicista, scrittrice, filosofa, tante cose che seppe eccellere in mezzo all'oscurità, e in particolare all'oscurità assegnata alle donne del suo tempo. È un invito costante a superare i limiti, a rendere possibile l'improbabile.

San Roberto Bellarmino, con il suo insegnamento e la sua presenza, ci propone un altro profilo: quello della fedeltà alla Chiesa, del giusto discernimento come buon membro della Compagnia di Gesù, del sapersi sottomettere con decisione, nonostante le difficoltà, all'autorità del Papa, della docilità alla grazia, accolta nell'amore orante ed eucaristico, sicuri nell'abbassamento della propria dignità e nobiltà per servire i più bisognosi.

I santi che celebriamo oggi, se vogliamo, ci concedono una licenza che possiamo interpretare come un segno da leggere, quelli che rompono l'insensibilità e si oppongono alla critica indicata da Gesù nel Vangelo.
Sant'Ildegarda ci parla di Papa Benedetto, San Roberto gesuita di Francesco. La nostra presenza qui oggi, a conclusione del Capitolo Generale dell'Ordine di Sant'Agostino, ci dice di guardare a Leone, di essere particolarmente attenti alla sua parola, alla sua proposta, di difendere e amare i suoi insegnamenti, di apprenderli e di esserne testimoni in tutto il mondo in cui siete sparsi. Proclamare la sua parola di pace, la modernità di Agostino e, ancor più, nel profondo dei vostri cuori, ciò che egli ci ha ricordato nella Messa inaugurale del Capitolo:
Ascolto. Ascolta l’altro, lascia che il grido dell’altro prevalga nei tuoi sentimenti e nella tua esperienza, il grido del povero che è sempre alla tua porta. Ascolta il suo disagio e scopri che questo profilo umano ha un solo volto, dal quale non puoi distogliere lo sguardo, perché è Cristo crocifisso e abbandonato nel tuo fratello.

Umiltà. Ricorda che la prospettiva nell'analisi è dal basso. Dal basso verso l'alto, nella sinodalità, se volete, ma dal basso verso l'alto, nel livello dei poveri, degli indifesi, che confidano non nei loro piani pensionistici e nella ricchezza perché non li hanno, ma nelle loro mani per lavorare, e nella solidarietà che la fraternità sempre implica; nella viva consapevolezza che c'è sempre un piatto in più per chi arriva e ha bisogno di sedersi a tavola, nell'umiltà dell'ospitalità.

Unidad, el amor de Agustín. Su sueño divino y existencial, el gran ruego de la Oración sacerdotal de Jesús: Que todos sean uno para que el mundo crea, para que todos sientan la fiesta del Reino, ya aquí.

Unità, l'amore di Agostino. Il suo sogno divino ed esistenziale, la grande preghiera della Preghiera Sacerdotale di Gesù: Che tutti siano uno perché il mondo creda, perché tutti possano sperimentare la festa del Regno, fin d’ora.

Vogliamo provarci, fratelli?

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